venerdì 25 luglio 2014

Riforma della Costituzione: golpe in Italia?

L'ufficio di Presidenza ha contingentato i tempi per la riforma del Senato. Occorre completare l'approvazione della riforma entro l'8 Agosto. E si grida al golpe!
Troppo poco il tempo per discutere di una legge così importante? Ma chi lo dice, dimentica i 4 mesi passati (sprecati) per inseguire le minoranze. Come per tutte le cose, ad un certo punto il tempo finisce e non si può urlare che ci vuole altro tempo. magari occorre un'altra giornata per votare 2 soli emendamenti? Vergogna a chi si comporta così.
7800 emendamenti possono essere presentati come ostruzionismo. Chi li presenta spesso dimentica che è proprio la democrazia a premetterglielo.
Ma se poi gli emendamenti sono quelli di Minzolini che chiede di inserire la cittadinanza "si acquista da genitori italiani", ci si sente presi in giro e ci si chiede come fare in modo che la democrazia non valga solo per il singolo, ma anche per il resto del Paese che, carico di disoccupati e cassaintegrati, non può permettersi che uno stipendio venga sprecato così.
Fortunatamente c'è chi, incurante di queste chiacchiere pretestuose tira verso l'obiettivo di riformare.
Avanti così

lunedì 26 maggio 2014

Elezioni 2014 - Festeggiare? No, rilanciare l'impegno e l'entusiasmo

Le elezioni Europee hanno dato un risultato entusiasmante per il Partito Democratico. Questo fatto ci rasserena, ci fa capire che la strada presa è quella giusta. Non abbiamo bisogno di bandiere sventolanti a marcare il territorio. No. Dobbiamo invece dare risposte al consenso raccolto. Abbiamo proposto un impegno per cambiare verso all'Italia e all'Europa e abbiamo avuto una fiducia mai raccolta dai partiti di sinistra in Italia. Su questo consenso, nessuno si tiri indietro per incarnarlo e produrre un vero cambiamento nel nostro Paese, nella nostra Italia, e nell'Europa. Nel momento in cui gli euroscettici alzano la voce e il guadagnano consenso sulle macerie di una Europa troppo tecnocratica e poco appassionata ai problemi della gente, il consenso al Partito Democratico diventa l'inevitabile spinta di cambiamento e di miglioramento.
E pur essendo i più convinti sostenitori di questo cambiamento, soprattutto alla luce del risultato elettorale, non vogliamo fare da soli, convinti che l'impresa è titanica. Renzi in conferenza stampa si presenta così:

"Il mio invito a tutte le forze che sono in parlamento è di abbassare i toni e alzare le ambizioni.
L'italia deve puntare in alto, deve riscoprire il piacere di sentirsi importante ai fini del risultato. Per farlo deve innanzitutto cambiare lei. Il messaggio di questa notte ci dice che il cambiamento promesso deve arrivare in tempi ancora più veloci di quelli che abbiamo immaginato". Così Renzi a Palazzo Chigi.

Fare bene, fare insieme, ma fare alla svelta. Questo è il messaggio importante che oggi ci guida.

lunedì 21 aprile 2014

Qualcosa di sinistra

All'inizio è sembrata una sparata ... 80 € in più al mese ... Sorrisini ... Vedremo ...
Poi pian piano le proposta ha preso forma, e prima di Pasqua è diventata decreto del Governo.
Ma allora qual'cosa di concreto si può fare. Basta volerlo fare. E fare qualcosa che riguarda la maggioranza dei cittadini e non solo le minoranze tutelate e garantite.
Forse occorre avere il coraggio di provarci. Occorre avere il coraggio di avere come interlocutori gli anonimi cittadini lavoratori e non i pochi potenti e spesso prepotenti.
Se l'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro, è giusto aumentare il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie (solamente al 26%) e lasciare i soldi a chi lavora (ancora il 35%).
Dunque ora sono diventati concreti, nello stipendio di maggio saranno disponibili. Sia che vengano spesi, così aumentano i consumi, sia che vengano risparmiati, lasciandoli alle banche in sofferenza, questi soldi sono in grado di migliorare le prospettive della nostra economia, in un modo contagioso che riguarda oltre 10 milioni di persone.
La direzione è quella giusta. Finalmente qualcosa di sinistra!

giovedì 3 aprile 2014

Ci scippano l'acqua


martedì 11 marzo 2014

Chi sostenere con la prima iniziativa?

Ora, pur con un percorso per nulla lineare ma obbligato dalle circostanze (ne Napolitano ne i parlamentari erano disposti alle Elezioni) Renzi è diventato capo del governo e ha assunto l’incarico di far uscire l’italia dalla palude.
Sembra che si troveranno 10 Miliardi di € e ci si accapiglia su a chi destinarli. Il presidente di Confindustria Squinzi li reclama per le imprese. Non ci si poteva aspettare altro. Ma anche Squinzi dovrebbe ammettere che sarebbe meglio avere una semplificazione della burocrazia per far lavorare meglio le aziende.

I lavoratori dipendenti ne hanno più bisogno. Se hanno soldi a disposizione possono spingere i consumi. Altrimenti, quello che producono le industrie, a chi servirebbe se non ci sono le risorse per gli acquisti?

martedì 4 febbraio 2014

Ancora insieme Casini e Berlusconi

Per qualcuno le parole pronunciate non volgono nulla.

Cosa disse Berlusconi

Cosa disse Casini

Cosa dice ora Casini

Cosa dice ora Berlusconi

Entrambi sono disposti a clamorosi voltafaccia per non rimanere insignificanti

lunedì 3 febbraio 2014

Riforma assetto proprietario Banca d'Italia

La forte polemica di questi giorni ci porta a fornire a tutti coloro che sono interessati al merito delle questioni a fornire chiarimenti sulla questione.
Riprendiamo quanto ricevuto dall'On. Elena Carnevali e dall'Ufficio Stampa del Gruppo PD alla Camera. 

Chi possiede Banca d’Italia?
La Banca d’Italia non è mai stata statale, ma proprietà degli istituti bancari e assicurativi.


Qual è oggi la compagine azionaria?
Oggi più del 50 per cento è in mano a Intesa San Paolo e Unicredit.


C’è quindi il pericolo che i controllati (le banche) controllino il controllore (la Banca d’Italia esercita la vigilanza sui mercati del credito e delle assicurazioni)?
No, perché la Banca d’Italia è e resta un Istituto di diritto pubblico e i soci proprietari delle azioni non hanno alcun potere sulla governance dell’istituto e sulla gestione delle attività istituzionali della Banca.


Cosa succede con la riforma?
Nessuno potrà possedere più del 3 per cento delle azioni di Banca d’Italia. Gli azionisti che oggi ne possiedono di più dovranno vendere.


Qual è la regola per la rivalutazione?
La nuova regola è che agli azionisti verrà riconosciuto un rendimento non superiore al 6 per cento del capitale investito (non più, quindi, delle riserve). Il valore del capitale viene portato a 7,5 miliardi. Quindi, il massimo dei dividendi attribuibili in futuro è di 450 milioni, una cifra inferiore al massimo oggi raggiungibile.


Qual è il beneficio “di sistema” di questa operazione?
Finora le azioni di Banca d’Italia non potevano far parte del capitale di vigilanza dei soggetti che le possedevano, appunto perché non stavano sul mercato e non c’era un criterio univoco di valutazione. Grazie alla riforma, potranno essere inserite nel capitale di vigilanza.


E allora? C’entrano forse Basilea 3 e i nuovi criteri prudenziali dell’Unione bancaria?
Sì. Le banche sono limitate, nel credito che possono erogare, dalla quantità del loro patrimonio. I requisiti di patrimonializzazione richiesti alle banche sono molto aumentati dopo la crisi del 2008-2009. Tutti gli organismi internazionali, e per ultima l’Unione Europea, hanno introdotto metodi più stringenti di valutazione dei rischi e requisiti patrimoniali più elevati. E questo è, insieme alla crisi dell’economia reale, una delle cause della restrizione del credito bancario di cui soffrono soprattutto le imprese piccole e medie.


Quindi i 7,5 miliardi derivanti dalla rivalutazione rafforzano il patrimonio del sistema bancario?
Sì. E si ottiene questo risultato senza spendere neanche un euro del bilancio pubblico. I proprietari delle azioni rivalutate le venderanno sul mercato per scendere al 3 per cento: i soldi che andranno alle banche verranno dal mercato, non dallo Stato.


Le riserve della Banca d’Italia potrebbero essere usate per altri scopi, ad esempio per finanziare investimenti pubblici o altre forme di spesa pubblica?
No, assolutamente no. Non si tratta di un “tesoretto” a cui liberamente attingere, ma appunto di un attivo che garantisce l’intero paese all’interno dell’Unione Economica e Monetaria. Oggi, dopo la crisi finanziaria e con l’Italia soggetta alla crisi del suo debito pubblico, è impensabile anche solo ipotizzarlo. In realtà, le riserve non vengono spese neppure con l’operazione effettuata dal decreto 133, perché esse cambiano semplicemente collocazione all’interno dello stato patrimoniale della Banca d’Italia, spostando 7,5 miliardi da riserve a capitale sociale. Abbiamo però ottenuto il massimo possibile nelle condizioni date: utilizzarle come volano per il rafforzamento del patrimonio del sistema finanziario (bancario e assicurativo) italiano, con effetti indirettamente positivi sulla crescita tramite riduzione delle restrizioni sul credito.

Perché la riforma di Banca d’Italia è stata legata all’IMU?
Perché la copertura finanziaria per l’abolizione della rata IMU prima casa di dicembre è stata messa a carico del settore creditizio, finanziario e assicurativo, nonché della stessa Banca d’Italia, con l’aumento degli acconti IRES e IRAP e con un’addizionale straordinaria alle aliquote IRES, per un totale di 2,163 miliardi nel 2013 e 1,5 nel 2014. Mentre, da un lato, si chiede questo sforzo al settore, dall’altro gli si concede il beneficio indirettamente derivante dalla rivalutazione delle azioni della Banca centrale. Peraltro, dalla rivalutazione emergerà un introito fiscale aggiuntivo di circa un miliardo per il bilancio dello Stato.

lunedì 27 gennaio 2014

Giornata della Memoria

Il Pd Bergamo invita a sottoscrivere la petizione per il Memoriale ai bambini di Selvino
e presenta in Regione una mozione sul tema

Anche il Partito Democratico bergamasco aderisce e invita a firmare la petizione che invita le istituzioni ad attivarsi perché uno dei più importanti luoghi della Memoria in provincia di Bergamo non vada dimenticato: Sciesopoli, l'ex colonia che tra il 1945 e il 1948 ha accolto oltre 300 bambini ebrei sopravvissuti all'inferno della soluzione finale e dei lager nazisti. 
L'obiettivo della petizione è quello di trasformare la struttura, che oggi è cadente e rischia di essere venduta, in un Memoriale che ricordi non solo l'orrore ma anche la capacità di reagire e di tornare alla vita.
Sul tema i consiglieri regionali del Partito democratico presenteranno presto una mozione.

Ecco il link per firmare la petizione
Conserviamo Sciesopoli Selvino

lunedì 20 gennaio 2014

Non si può tacere

Non si può tacere di fronte alla campagna di aggressione di chiaro stampo razzista contro la ministra Cécile Kyenge. Un conto è criticare alcune scelte politiche e contrastarle anche con fermezza, un conto è seminare rancore ed alimentare un’aggressività che solo superficialmente, e quindi pericolosamente, si richiama ad obiettivi di carattere politico, ma che in realtà si basa solo su sentimenti di esclusione e di intolleranza.
La crisi che viviamo ha determinato un crescita della sfiducia verso le istituzioni ed è una crisi anche culturale che può degenerare in una conflittualità senza sbocchi. Una società che vuole continuare ad essere civile non può far spallucce (magari pensando che è opera di una esigua minoranza) di fronte a una campagna di inciviltà che punta alla visibilità mediatica e al consenso politico. Si tratta di un’inaccettabile propaganda razzista e questo va detto in modo chiaro, senza giri di parole, ad alta voce.
Sono sicuro che la maggioranza dei cittadini della nostra città e del nostro paese sia del mio stesso parere. Per questo bisogna rispondere a queste persone non scendendo sul loro terreno ma rilanciando il valore politico ed educativo della civiltà e rimettendo al centro la dignità di ogni persona, soprattutto se debole e fragile, esclusa e abbandonata. Per il sociologo Edgard Morin l’antidoto fondamentale alle tante barbarie è la solidarietà, la cui intensità emotiva riveste la forma della fraternità. È così. La solidarietà è il lievito di una politica di civiltà che inevitabilmente contrasta ogni pregiudizio che è d’ostacolo ad ogni tipo di sviluppo. La solidarietà chiede di reagire opponendo la cultura del bene comune all’analfabetismo rancoroso e conflittuale.
Essere solidali oggi con la ministra Kyenge vuol dire avvertire la pericolosità delle campagne che sfruttano la sofferenza reale delle persone. Cécile Kyenge deve essere criticata, quando si merita critiche politiche per ciò che fa o non fa, non per il colore della sua pelle, non per un nome e cognome poco italiani.
Semmai, al governo va chiesto di dar più poteri, più peso, più centralità al Ministero dell’integrazione, che non può essere solo un fiore all’occhiello di un dicastero ma deve agire da attore forte nella questione dei diritti civili. È “un’urgenza che – come ha scritto alcuni giorni fa Michele Ainis – è rimasta sin qui sotto un cono d’ombra”. È arrivato il momento di parlare di riforma della Bossi-Fini sull’immigrazione oltre che dell’abolizione del reato di clandestinità e di trovare una soluzione per i diciottenni, figli di immigrati, nati in Italia, solo per citare due temi cruciali. È il momento di mettere le vele della barca in cui ci troviamo tutti al vento della speranza, allontanandoci dalle raffiche contrarie e pericolose che attraversano l’Europa in crisi. È il momento di alzare la voce per zittire chi sa solo imprecare. Non è il momento di tacere.
don Virginio Colmegna


(Don Virginio Colmegna è presidente della Fondazione Casa della carità Angelo Abriani di Milano. Ordinato sacerdote nel 1969, negli anni Ottanta ha promosso diverse cooperative e comunità di accoglienza. Direttore della Caritas Ambrosiana dal 1993 al 2004, quando il cardinale Carlo Maria Martini gli ha chiesto di dar vita alla Casa della carità. Sorta nel quartiere periferico di Crescenzago, la struttura è una vera e propria Casa che accoglie e dà aiuto quotidiano e gratuito a decine di persone in difficoltà.)

venerdì 17 gennaio 2014

Incontrare Berlusconi?

Sembra che per raggiungere un accordo con l’opposizione di governo occorra incontrarsi con Berlusconi, che di Forza Italia è presidente, dopo lo strappo con Alfano risulta l’unica carica assegnata. Non è certo un passaggio esaltante per il segretario del PD Renzi. Ma appunto è un passaggio. Non è un caffè con un amico, è l’incontro con il capo dell’opposizione; Se l’opposizione non riesce a raccogliersi che attorno ad un pregiudicato per evasione fiscale, questo è un problema dell’opposizione. L’obiettivo non è legittimare Berlusconi, ma votare in Parlamento una nuova legge elettorale e magari anche la riforma del Titolo V della Costituzione. Occorre avere chiaro l’obiettivo da raggiungere, e finora i passi più incisivi nella direzione del cambiamento della legge elettorale sono stati effettuati dal segretario del PD Renzi; la discussione delle proposte è stata tolta al Senato che in 7 mesi non ha completato la formulazione di una proposta neppure in commissione; la Camera ha calendarizzato l’inizio della discussione per il 27 gennaio.

Quale sarà la proposta, e toccherà al PD portarla alla discussione dell’Aula, lo vedremo nei prossimi giorni. Per intanto cerchiamo la più ampia condivisione delle regole, con gli avversari storici e anche con quelli impresentabili come Berlusconi. Sicuramente saranno i cittadini ad avere il vantaggio di scegliere i propri rappresentanti con le elezioni e non i segretari di partito. Sembra che qualcuno ogni tanto si dimentica quale sia l’obiettivo delle riforme.

martedì 7 gennaio 2014

Bersani, rimettiti al più presto

Il circolo del PD di Mapello vuole stringersi con un abbraccio alla famiglia di Pierluigi Bersani per augurare una pronta guarigione.
Insieme a tutto il Partito Democratico, ti siamo vicini e ti aspettiamo per nuove battaglie insieme